
“Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo.”
Queste parole del grande scrittore italiano Tiziano Terzani parlano ai nostri cuori e trovano la loro risonanza anche nella pratica clinica dell’odontoiatria estetica, con il design di un sorriso naturale, affascinante e coerente.
La bellezza ci circonda, basta guardarsi intorno, ma rischia di essere banale se non si tiene conto di come la si indossa. Nell’era dei social sembra quasi ci sia una competizione tra chi ha i denti più bianchi, le labbra più carnose, il naso più a punta, e potrei continuare, ma attenzione, è giusto fare prima una riflessione.
Chi sono
Mi occupo di estetica in campo odontoiatrico da oltre 30 anni. Letteralmente disegno nella mia testa, e su carta di comune accordo col paziente, prima ancora che sul suo volto, l’idea primordiale di un sorriso, con le sue simmetrie, geometrie, rapporti di forma, di colore, di congruenza.
Non posso negare che la bellezza sia il mondo in cui sono lavorativamente immerso, di cui sono per certi versi artefice, con le mie mani, i miei anni di studio, la mia pratica con migliaia di sorrisi rinnovati.
Eppure sai cosa ho imparato? Che ci sono davvero due tipi di bellezza, e no, non verrò a raccontarti che “c’è quella interiore e quella passeggera di facciata”. Per quanto sia indiscutibilmente così, non ho mai ricevuto un paziente del quale non abbia notato la bontà d’animo, la purezza di spirito, persino le sofferenze del proprio io più profondo.
Quindi sì, c’è sicuramente una bellezza interna in ognuno di noi, ma con umiltà lascio il discorso ai saggi, alla filosofia.
Io sono un umile manovale della bellezza esteriore, e con disciplina sento l’esigenza di parlare solo di questa. Ed è proprio nella bellezza esterna, quella che tutti noi osserviamo solo con gli occhi, che individuo due tipologie, dopo centinaia e centinaia di pazienti visitati, consultati, trattati.
Da un lato la bellezza stereotipata, monotona, prevedibile, e dall’altro quella unica, figlia della diversità, che ti fa innamorare. Mysterium tremendum et fascinans, quel brivido che ti corre lungo la schiena quando il destino ti fa incrociare il sorriso di un uomo o di una donna e scatta qualcosa di magnifico: curiosità, passione, amore.
Come ci suggeriva Tiziano Terzani, la bellezza è nella diversità, e ti parlo della diversità pratica, che riscontro ogni giorno nel mio studio in Via Berengario 7, a Roma, vicino Piazza Bologna: ogni volto è diverso, unico nel suo genere e meritevole di un design odontoiatrico congruente e non omologato, così da evitare un esercito di cloni, ed esaltare invece le magnifiche unicità di ogni paziente, di ogni persona.
Potrei andare sul tecnico, e lo farò sicuramente in altri contenuti che puoi trovare qui sul sito web o sulle mie pagine social Facebook e Instagram, ma ti basti sapere questo: linea interpupillare, labbra e loro rapporti con il resto del viso sono i fattori estetici fondamentali. Ogni volto ha varie geometrie, il tuo profilo può essere concavo, piatto o convesso, come sai il naso si presenta nei modi più diversi e tutto questo incide sulla scelta del dentista che si occupa di estetica.
Il “passo indietro”
Come dico sempre, per guardare avanti (e guardare bene) e cogliere la bellezza che ti aspetta all’orizzonte, bisogna fare un “passo indietro”. Inutile per me focalizzarmi all’inverosimile sui denti, quando tutto ciò che gli ruota intorno influisce significativamente sulle scelte strategiche delle mie terapie.
Esempio che conosciamo tutti: le celebri faccette.
Utilissime per coprire una discromia, con un relativo sacrificio di tessuto dentale, cioè asportando un po’ di smalto, ma cosa succederebbe se le applicassi per chiudere un diastema (ampio spazio) tra gli incisivi? Verrebbe a generarsi un disequilibrio pessimo sia dal punto di vista strutturale che estetico.
Così come l’ortodonzia invisibile non è la panacea di tutti i mali, se di base i denti soffrono di alterazioni di colore; ancor peggio, potrebbero avere ripercussioni negative sull’inclinazione del gruppo frontale dei denti, creando un labbro poco sostenuto e generando un profilo laterale del viso detto “retruso”, assolutamente da evitare specialmente se il naso e mento nascono particolarmente pronunciati.
Fare un passo indietro significa per me guardare il quadro più ampio, notare un’asimmetria gengivale che l’occhio del paziente non aveva colto, ma chè è cruciale per tutte le scelte successive, così da evitare sorrisi fake e imitazioni di celebrità senza il minimo criterio, e soprattutto per approdare con naturalezza, la tua, ad un sorriso congruente con il tuo volto, in modo che bocca e viso si esaltino a vicenda.
Una corretta analisi panoramica, non solo l’ortopanoramica se mi passi il timido gioco di parole, ci conduce a scelte sagge. Ti faccio un altro esempio: senti il bisogno di riempire le tue labbra con il filler.
Ottimo, non sono contrario! Per molte persone diventa un atto liberatorio, gratificante e consente un miglior rapporto con la propria immagine e con se stessi! Occhio però, conosci il gummy smile? Il sorriso di gomma! Faccette e ortodonzia in questo caso ci vengono in aiuto, a patto che l’intervento sia precedente al filler! Questo perché consentono alle arcate dentarie di sostenere e supportare meglio il tessuto delle labbra, rendendo superflua o comunque riducendo la necessità del filler. Un risparmio notevole di acido ialuronico, ma soprattutto una mossa intelligente, coerente con lo spirito della visione d’insieme.
Il famoso passo indietro, ricordi? Per guardare lontano, non puoi zoomare troppo, altrimenti come Narciso nello stagno rischi di cadere ammaliato dal dettaglio, perdendo di vista gli aspetti importanti del tuo volto, della tua persona, della vita.
L’età che avanza, i denti che cadono, o più semplicemente l’usura che si crea con i cambiamenti della forza masticatoria o con condizioni patologiche quali il bruxismo, sono tutti fattori che accorciano il viso, con un impatto sulla flaccidità dei muscoli facciali e sull’allungamento del solco nasogenieno (tra naso e guancia) e delle piccole fisiologiche rughe periorali, intorno alla bocca. Cosa ne consegue? Può capitare che il paziente desideri un restauro estetico dei denti anteriori, ma in scienza e coscienza in una situazione simile, facendo un passo indietro appunto, sarò obbligato a intervenire anche sui denti posteriori per l’assoluta importanza del loro ruolo di “appoggio”.
Colori diversi a seconda del tipo di dente (incisivo, canino, molare, ecc..), angolazione dei denti anteriori con i giusti punti di contatto, evitando l’effetto tastiera di pianoforte tanto diffuso nell’immaginario collettivo ma indicativo invece di approssimazione e incuria; e ancora stato delle gengive, eventuali patologie delle strutture di supporto dei denti, conformazione delle labbra, movimenti e postura del viso, dimensioni, rapporti, canoni di bellezza, andando a scomodare Fibonacci, Leonardo Da Vinci e la sezione aurea. Così come aurea è la regola sulla dimensione ottimale dei denti e dei loro rapporti larghezza-altezza, che varia in percentuale tra donne e uomini. Non ti voglio annoiare coi dettagli, avrai tempo e modo di informarti nel dettaglio su ogni singolo parametro.
Ho piacere di passarti un concetto: esiste davvero un’unica grande bellezza, e non è quella stereotipata delle star di hollywood o della televisione, per quanto magnifici attori e cantanti possano essere. La grande bellezza, quella vera, che ti strappa il cuore al primo sguardo, è quella che emani con la tua…Mi piace usare questo termine…Congruenza estetica.
La tua vera grande bellezza
Dimentica sorrisi fake, richieste dettate dalla vanità priva di giudizio e interventi diretti sul dente senza guardare l’insieme. La vera grande bellezza, riprendendo la citazione di Tiziano Terzani, è quando nel nostro universo ogni parte riflette la totalità.
La grande bellezza è l’insieme delle tue particolari diversità, studiate facendo un passo indietro e armonizzate tra loro attraverso una scelta razionale, che è al tempo stesso scienza medica ed arte delle proporzioni.
Il risultato finale, il design del tuo sorriso, renderà felice lo specchio, certo, ma soprattutto darà gioia a quella parte di te che ha sempre saputo di voler sorridere, in piena salute e totale armonia, proprio in quel modo specifico, diverso, unico.
Roberto Aversano – Designer del Sorriso. Un dentista con cui parlare della tua grande bellezza.
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